La storia di Link: quando un’adozione sbagliata può costare la vita
Prima di raccontarvi la vicenda di Link, è doveroso fare alcune riflessioni preliminari.
Navigando tra le pagine social dell’associazione pugliese che si è occupata dell’adozione del cane Link, colpisce immediatamente il numero elevatissimo di cuccioli pubblicati nella galleria fotografica. Si parla di decine di cucciolate, una presenza costante che porta a domandarsi: si sta davvero intervenendo sul fenomeno del randagismo oppure si sta alimentando un ciclo che, di fatto, non viene mai interrotto? Perché dove c’è una prevenzione seria — e quindi sterilizzazioni e controllo delle nascite — non ci sono così tanti cuccioli da trasferire in continuazione in altre regioni.
Ed è proprio da una di queste staffette che parte la storia di Link, un cane meticcio adottato dalla Puglia e arrivato a Bologna esattamente come un pacco postale, perché nessuna associazione in loco è stata contattata per il pre e post affido. Dalle immagini appare evidente che non presenta tratti riconducibili a razze specifiche, eppure viene descritto come un “simil maremmano misto labrador”. Al momento dell’adozione ha solo sei mesi, e nonostante l’età delicata, viene trasferito a grande distanza. Non è sterilizzato — e secondo il racconto della famiglia, non lo sarà mai.
Questo è un punto cruciale. Un’associazione che si occupa di adozioni ha il dovere morale e pratico di contrastare il randagismo, anche tramite la sterilizzazione preventiva o obbligatoria. In assenza di queste misure, aumenta il rischio che animali affidati a famiglie non adeguatamente seguite possano finire in contesti sbagliati, con conseguenze gravi e talvolta irreversibili, altre cucciolate non desiderate.
Una spirale di disagio e aggressività
La famiglia adottiva riferisce che il primo episodio preoccupante si verifica una sera: Link si trova nel letto insieme ai due conviventi e, sentendosi probabilmente accerchiato, reagisce mordendo il compagno della proprietaria. Le ferite sono profonde. Passano alcune settimane e improvvisamente anche la proprietaria viene aggredita brutalmente. Le ferite riportate sono tali da richiedere l’intervento del pronto soccorso e 12 punti di sutura.
Quando si accede al pronto soccorso in seguito a un’aggressione da parte di un cane, scatta automaticamente la segnalazione alla ASL veterinaria di competenza. Il caso viene preso in carico dalle autorità, che avviano una valutazione comportamentale del cane. L’esito è inappellabile: pericolosità di grado 3, il livello massimo previsto dalle linee guida in cui si interviene con l’eutanasia.
A quel punto, viene proposta alla famiglia una scelta dolorosa: trovare con urgenza una persona in grado di ospitare Link in sicurezza, in un contesto controllato e privo di rischi, oppure accettare la soppressione. Purtroppo, non c’erano alternative immediate, e così Link viene soppresso a soli 3 anni e mezzo.
Un epilogo che interroga tutti
La famiglia era fortemente contraria all’eutanasia, ma il sistema non ha lasciato margini. In tutta questa vicenda, l’associazione che aveva gestito l’adozione — secondo il racconto della proprietaria — non ha fornito supporto, né prima né dopo.
Questa storia solleva moltissime domande. A partire dalla gestione delle adozioni a distanza, passando per l’assenza di controlli post-affido, fino ad arrivare all’origine dei cani stessi: nessuno sa nulla dei genitori, delle condizioni in cui sono nati, della loro socializzazione.
Il problema è sistemico. E riguarda un degrado cinofilo profondo che attraversa buona parte del Paese. Noi, un passo alla volta, racconteremo ciò che non funziona, nella speranza che storie come quella di Link non si ripetano più.
Il nostro consiglio è non adottate tramite social, ma recatevi nel canile della vostra zona e con un’associazione seria fate l’avvicinamento al cane che vi porterete a casa, solo così metteremo fine al grave problema del randagismo in Italia e all’estero. L’adozione senza consapevolezza non è adozione ma alimenta un business enorme, il business dei randagi.
Veronica Cucco