Negli anni ho avuto modo di osservare e studiare molti casi che riguardavano la giustizia italiana e quella cinofila con la Commissione di Disciplina.
Oggi voglio mettere a confronto due casi molto simili per farvi capire quello che succede all’interno del nostro Ente.
Qualche mese fa un Presidente è stato sospeso per sei mesi dalla carica a seguito di una denuncia presentata da un acquirente la quale aveva acquistato da lui un cane malato e in seguito deceduto.
Decisi di andare a fondo alla questione e interpellai la denunciante sull’esito della denuncia che aveva sporto. Con grande stupore appresi che in realtà era stato tutto archiviato.
Oggi questa persona a distanza forse di un anno continua a non ricoprire più la carica di Presidente. L’Ente ha deciso di sospenderlo a prescindere dall’esito della giustizia ordinaria.
Nel secondo caso abbiamo un altro Presidente con due procedimenti, il primo riguardava una denuncia per falso in atto pubblico, il secondo per minacce. Il primo caso è stato archiviato, il secondo si è concluso con una condanna.
Molti cinofili si sono indignati non tanto per il comportamento scorretto del Presidente dell’AIAD, ma per la presa di posizione che l’Ente ha assunto nei suoi confronti.
Quello che ci chiediamo oggi è come mai il Giudice e Presidente di socio collettivo nello specifico della società specializzata non ha ancora dato le dimissioni?
Come mai l’Ente non lo ha mai sospeso da ogni carica quando ha saputo la notizia dei reati o comunque delle denunce?
Secondo la normativa scritta sul DISCIPLINARE DEL CORPO DEGLI ESPERTI GIUDICI DEL LIBRO GENEALOGICO DEL CANE DI RAZZA in effetti doveva subire una sospsensione dalla carica di giudice.
E secondo la normativa scritta sul REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELLO STATUTO SOCIALE ENCI doveva essere sospeso dalla carica di Presidente di socio collettivo e di socio.
Perché nel primo caso la sospensione è arrivata immediata e in questo caso no, nonostante fossero presenti dei procedimenti?